Em Itália, os Bispos tentam estar ou em silêncio ou a boicotar a discussão sobre o inquérito. Por isso, o NSI-IT escreveu um comunicado de imprensa.
NOTA: Pedimos desculpa, mas não o pudemos traduzir.
NOI SIAMO
CHIESA
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Internet:
www.noisiamochiesa.org
I vescovi italiani,
disorientati, non si stanno impegnando seriamente a promuovere la consultazione
sul questionario per il sinodo dei vescovi sulla famiglia. Nei fatti è una
specie di boicottaggio.
Il questionario predisposto per la
consultazione del Popolo di Dio in preparazione del Sinodo sulla famiglia del
prossimo ottobre è un fatto nuovo e molto positivo. Per la prima volta in modo
formale e generalizzato si riconosce che queste tematiche devono essere
affrontate a partire dal vissuto di tutti i credenti nell’Evangelo, donne, uomini e
coppie, con le loro gioie e le loro sofferenze. La proposta di discutere di
queste grandi questioni esistenziali, in particolare dei loro aspetti più
difficili e controversi, apre il cuore alla speranza che finalmente non si
proceda più nella Chiesa sulla vecchia strada di precetti imposti e
astratti dalla realtà, ma su quella che inizia dalla volontà di ascolto.
Pensiamo che le risposte a un
questionario troppo complesso ed anche in tempi troppo ravvicinati approfondiranno
soprattutto le questioni più vissute e aggiungeranno alla domanda aperta n.9
quelle assenti, in particolare quelle riguardanti le situazioni di violenza, nella famiglia
e nella società, che colpiscono soprattutto le donne e anche i minori. Ci piace dire ciò oggi,
Giornata internazionale sulla violenza contro le donne.
Ciò detto, “Noi Siamo Chiesa” ritiene
che la consultazione non debba essere ristretta agli
organismi diocesani e neppure solo a quelli parrocchiali (consigli
pastorali, ecc…), ma coinvolgere la generalità dei credenti. Essa deve essere aperta anche ai cristiani e alle cristiane di altre Chiese nonché a
donne e uomini di buona volontà, che siano sensibili alle tematiche relative alla
spiritualità e interessati a offrire il loro apporto costruttivo su questioni
che coinvolgono la vita e gli interrogativi etici di ogni persona. Per questo ci sembrano saggi quei parroci che
hanno deciso di mettere a disposizione nelle chiese i questionari e quei
vescovi di altri paesi che hanno chiesto risposte on-line al testo.
Ci dispiace constatare che le strutture
della Chiesa italiana si stanno invece muovendo con troppo ritardo e con evidenti reticenze. Il
23 ottobre il segretario uscente della CEI Mons. Mariano Crociata ha inviato
tempestivamente, prima ancora che il questionario diventasse pubblico, una
lettera ai vescovi per attivarli sulla consultazione. Ma troppe diocesi sono
ferme o, peggio, reticenti (a Bologna, per esempio, non è stata diffusa
alcuna circolare ai parroci per sollecitarli a far conoscere capillarmente il
documento).
Un mese è stato perso, solo in questi giorni arrivano ai parroci
indicazioni dalle Curie diocesane ed esse prevedono, a quanto ci risulta,
l’intervento sul questionario al massimo degli
organismi parrocchiali e, in certi casi,
neanche di quelli. Lo stesso segretario generale del
Sinodo Mons. Lorenzo Baldisseri ha riconosciuto questo ritardo nel
nostro paese nell’intervista di oggi sul Quotidiano nazionale. L’Avvenire poi, con assenza di una benché minima professionalità, tace
completamente dall’inizio sulla consultazione mentre è ben noto come sia pronto
e assillante in altre “campagne”. Tutto ciò non ci sembra casuale, indica il
disorientamento di molti vescovi. I tempi sono strettissimi, l’Avvento e il
periodo natalizio sono già densi di impegni di ogni tipo. Ci chiediamo, allora,
se non ci si trovi di fronte a un vero e proprio strisciante boicottaggio del
questionario o, nel migliore dei casi, alla
convinzione che si tratti solo di un dovere burocratico, inutile o quasi, da
mettere in coda a tutti gli altri, necessario solo per non dire di NO
apertamente al Vaticano.
La nostra opinione è radicalmente
diversa. Ogni sede del mondo cattolico, dalle associazioni alle riviste (per
esempio “Il Regno”), ai siti internet, è buona per ricevere le risposte, per
elaborarle correttamente o non elaborarle e
trasmetterle direttamente alla segreteria
generale del Sinodo, che è un terminale abilitato a ricevere i
questionari anche dai singoli. La possibilità di inviare direttamente i
questionari dovrebbe sempre essere fatta presente dai nostri vescovi. Sul questionario
si pronuncino i teologi, le facoltà teologiche, gli insegnanti di religione, le
comunità di religiose e di religiosi, anche i monasteri di clausura, ma soprattutto le madri e i padri di
famiglia, le giovani e i giovani, gli appartenenti
alle minoranze sessuali, le coppie di ogni tipo e tutti quanti vivono in prima persona le tematiche esistenziali
poste dal questionario. Anche i cristiani e le
cristiane delle altre Chiese offrano, in spirito ecumenico, il loro apporto.
“Noi Siamo Chiesa”
elaborerà in tempi rapidi una propria risposta al questionario, accogliendo così la richiesta di Papa Francesco di una
partecipazione la più ampia possibile a un'iniziativa di per sé storica.
Roma,
25 novembre 2013
NOI SIAMO CHIESA
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